Lentini: Uomini illustri
 
Agatino Castiglioni
 

Dottore in Sacra Teologia, canonico della chiesa leontina e pronotaro apostolico; visse molti anni a Roma, dove insegno’ Teologia morale. Fecondissimo oratore, tenne spesso eruditi discorsi alla presenza del Pontefice Paolo V e del Collegio dei Cardinali. Molti furono i sermoni da lui scritti, in elegante latino, e recitati nella Basilica di S.Pietro e in altre chiese di Roma nonche’ pubblicati a cura del Vaticano. Scrisse inoltre “acta ac officia Sanctorum Patronorum Ecclesiae Leontinae” approvato da Paolo V con decreto del 19/11/1611 e dedicate al Cardinale Giovan Battista Lenio nel 1612. Nell’agosto del 1607 fece tradurre da un gruppo di letterati il codice greco di Grottaferrata, contenente il martirio dei SS.Alfio, Filadelfo e Cirino, di altri martiri lentinesi e la fondazione della chiesa episcopale leontina. Nel 1609 ne fece autenticare la versione dal Papa Paolo V.  Mori’ a Lentini nel 1631. Come aveva ordinato nel suo testamento, il suo cadavere, vestito delle piu’ povere vesti sacerdotali, fu accompagnato dai soli PP. Zoccolanti nella chiesa del convento di Santa Maria di Gesu’, dove fu sepolto. Istituendo eredi universali tre sacerdoti, dispose inoltre che il ricavato della vendita dei suoi beni fosse speso per la pubblicazione delle sue opere inedite che cosi’ nel testamento si leggono: 1) la storia dei nostri Santi Fratelli, in lingua italiana; 2) il compendio di detta istoria, in lingua volgare; 3) la istoria di tutti i Santi e Beati di Leontino e suo distretto, in lingua volgare; 4) la vita di alcuni Santi e Beati della citta’ di Leontino e suo distretto, in lingua volgare; 5) le tavole della chiesa leontina gia’ approvate dal Vescovo; 6) raccolta di alcune orazioni greche di Gorgia con la interpretazione latina e coi detti e vita di lui; 7) raccolta di alcuni mottetti usuali per la chiesa in tutto l’anno composti da vari autori; 8) il campo leontinese delineato dall’autore; 9) una silva per la istoria universale di Leontino. Ordino’ inoltre che col ricavato della vendita di tali opere dovessero pubblicarsi le opere di altri lentinesi, volendo con cio’ dare i mezzi ai concittadini virtuosi di dare alla luce le loro onorate fatiche. Manifesto’ pero’ il dubbio che l’esiguita’ del ricavato, la mutazione dei tempi e le varie opinioni degli uomini potessero distruggere le sue intenzioni. E non si sbaglio’ poiche’ le sue opere non furono mai pubblicate e si perdettero tutte, forse tra le rovine causate dal terremoto del 1693.

Notizie tratte da "Uomini e Santi" di S.Brancato, per gentile concessione del suo autore.