Lentini: Uomini illustri

  Antonino Bonfiglio

Il 9 Gennaio del 1897, a Lentini nasceva Antonino Bonfiglio, uno dei più approfonditi studiosi della cultura cattolica, un devoto fedelissimo dei Santi Alfio, Cirino e Filadelfo, un eccellente galantuomo, all'antica, fatto "d'altra pasta" come si potrebbe dire.
Fin da piccolo, da parte della madre, ricevette una rigorosa educazione religiosa e gli furono inculcati tutti quei sani principi sociali, etici e morali che lo distinsero poi, nell’età adulta, come un laico di fede cattolica inossidabile. Anche per questa formazione religiosa fu un attento e scrupoloso studioso delle Sacre Scritture e della letteratura evangelica in particolare; si occupò di storia, di filosofia, di astronomia e di quant'altro avesse potuto destare il suo interesse di studioso eclettico e, nello stesso tempo, di fermo osservante della dottrina cristiano-cattolica.
Cercando di ricordare Antonino Bonfiglio, ritorna alla memoria quando ogni sera, alle cinque esatte del pomeriggio, usciva da casa per la sua passeggiata quotidiana. Qualche libro sottobraccio e l'immancabile copia dell’Osservatore Romano, ancora fresca di stampa.
Corpulento e mite, nello stesso tempo severo e affabile, ma sempre compito e disponibile con tutti, salutava con un lieve inchino della testa, appena un accenno che voleva dir tanto, e per il gentil sesso riservava una toccatina simbolica del cappello, così come se stesse per toglierselo, poi ritornava sui propri passi e, come volle il poeta "passa oltre e non ti voltare", proseguiva per la sua strada, immerso nei pensieri più indecifrabili, ma con un tenue sorrisino sulle labbra.
Le sue passeggiate erano costantemente uguali l’una all’altra, sia per l’itinerario e sia per le scadenze d’orario: una breve puntatina alla chiesa dei tre Santi, una doverosa visita alla biblioteca per sentire il profumo del sapere custodito nella carta, una sbirciata alla chiesa di Sant’Alfio e poi, verso casa a riprendere le interminabili letture e la stesura dei suoi preziosi manoscritti religiosi. Talvolta, molto di rado, si fermava a parlare con gli amici, giusto pochi minuti, per informarsi di quanto fosse successo in sua assenza nel piccolo mondo del paese.
Per le sue opere ricevette il plauso del papa Paolo VI, in particolare per la “Storia dei Santi Martiri di Lentini” (1967) e non pochi meriti gli furono riconosciuti per il volumetto “Questione Sociale e Vangelo” che si trova custodito anche nella biblioteca dell’Università di Catania.
Scrisse e pubblicò diversi lavori come le tragedie storiche “Tecla Leontina” 1972, “Santa Eutalia vergine e martire ” 1973 e inoltre:  “LaVita Eterna” 1976; “San Pietro a Roma” 1975 ed uno scritto inedito “Santa Lucia Siracusana” del 1978 che aspetta ancora di essere pubblicato.
Antonino Bonfiglio è stato uno di quei pochi uomini dabbene, onesto ed erudito, serio e giusto che, accompagnato da una fede immensa ed inattaccabile, dedicò l’intera sua esistenza allo studio e alla riflessione, riuscendo con ciò a vivere in comunione con se stesso, con il suo Dio e i suoi Santi (che furono i suoi diretti confessori).
Per questo, se non altro, lo si vuole ricordare, per la sua grande umanità, per la tenacia e la caparbietà con cui nascondeva le sue carità, per l’essere uomo di Chiesa più di chiunque altro, per il posto d’onore che sicuramente gli fu concesso senza titubanze nel suo Paradiso che raggiunse, serenamente, il 5 dicembre del 1983.  
Tratto da "Uomini e Santi di Lentini" di Salvatore Brancato – Milano 1996, per gentile concessione dell'Autore.