- I QUARTIERI STORICI E I
TOPONIMI DI LENTINI
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- SIBBA
- (selva)
- Via Ospedale
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- Sibba,
corruzione dialettale del termine Silva (bosco), stava a indicare il
boschetto attiguo al convento dei frati minori Conventuali fondato,
secondo la tradizione, da S.Antonio da Padova, accanto alla chiesa
dedicata a S.Andrea, che, in antico, si trovava nella parte alta
dell’attuale via Ospedale. A ricordo della presenza del santo, fino agli
anni 30, dietro l’abside della chiesa dell’Immacolata, nei locali
annessi oggi all’ospedale, si
mostrava alla venerazione dei fedeli una grotta nella quale si diceva
avesse dimorato S.Antonio e che prima aveva visto la presenza del Vescovo
di Taormina, Pancrazio, che qui si era rifugiato per sfuggire alle
persecuzioni. Il convento fu uno dei piu’ antichi dell’ordine (la
tradizione dice il terzo) e ben presto acquisto’ grande prestigio. Nel
1252, infatti, sotto il provinciale Giacomo De Pernis vi si tenne il
capitolo, cioe’ la riunione dei membri della congregazione dell’isola,
per discutere gli affari relativi al governo della comunita’ in Sicilia.
Fra i personaggi di spicco che in questo convento vissero, si ricorda Fra
Simone, autore di una storia della conquista della Sicilia da parte del
Conte Ruggero (1358) e di altre pregevoli opere in volgare siciliano. Il
convento, nei documenti ufficiali, si fregiava dei titoli di “Regio e
insigne” per i privilegi ricevuti dalla regina Costanza e dal re
Federico III (1246-1337) e per aver accolto le ceneri della regina Maria
(1402). Il convento e la chiesa furono parzialmente distrutti dal
terremoto del 10 dicembre 1542 e totalmente da quello del 1693. furono
ricostruiti nel 1723 piu’ a valle verso nord e la chiesa fu dedicata a
Maria Immacolata. Dall’antica chiesa si conservano la lapide marmorea
che ricorda la morte della regina Maria, moglie di re Martino e di lui
correggente e sulla antica porta laterale della chiesa dell’Immacolta,
sulla strada che porta all’ospedale, l’architrave con l’epigrafe “Nicolaus”,
il nome, secondo la pia tradizione, che ricorderebbe un miracolo di
S.Antonio da Padova: il fabbro Nicolo’ Demma sarebbe stato stritolato da
un masso caduto durante la costruzione del tempio e resuscitato dal Santo.
Nel 1866 il monastero fu soppresso e chiuso, diventando proprieta’
dell’amministrazione provinciale. Agli inizi del 900 il convento fu
trasformato in ospedale civile ed affidato alla congregazione di carita’.
Nel 1908 per la cura materiale e spirituale degli ammalati e delle
orfanelle furono chiamate le suore di San Vincenzo (vincenzine). Legata
alla figura della regina Maria, moglie di re martino, era la tradizione,
abbandonata intorno alla meta’ del 900, di suonare le campane nella
chiesa dell’Immacolata tutte le sere, 2 ore dopo il tramonto (du uri di
notti) e il giovedi’ le campane di tutte le chiese. In quest’ora nella
nostra citta’ era morta la regina. Al suono delle campane, le donne
accendevano i lumi, aprivano le porte, uscivano all’aperto e pregavano
per l’anima della defunta.
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- Notizie tratte da "i luoghi
della memoria" di Cirino Gula e Franco Valenti - Ediprint - SR
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