I QUARTIERI STORICI E I TOPONIMI DI LENTINI
 
PUTTAZZA
(Portaccia)
Via Conte Alaimo
 
Di chiara origine dispregiativa, il toponimo “puttazza” sta ad indicare una porta male in arnese e sgangherata e si riferisce ad una zona che sta proprio alla fine di via Conte Alaimo. Tale denominazione nasce alla meta’ dell’800, quando ancora era visibile la porta in questione che si trovava proprio in prossimita’ dei due fondachi, l’uno Vasta, a sinistra e l’altro Valenti a destra della strada. Fino al 1906 questa zona veniva utilizzata per un’altra “potta iaci”. All’altezza dell’incrocio tra via C.Alaimo e via Niccolini (a vutata o Santu), in corrispondenza della casa “do stagnataru” (lo stagnino), veniva eretto un altro arco trionfale ma questa volta in onore di S.Tecla. visto lo scarso successo, l’iniziativa fu abbandonata. La zona e’ famosa anche per la presenza del “casino” di Pudda a Cucuzza, la tenutaria della casa, precedentemente ubicata in via Matteotti. Dopo un periodo di splendore “il casino della portazza” decadde a favore di quello di Teresa a sciancata, che secondo alcuni era la nipote di Pudda a Cucuzza, proveniente da Catania, che gestiva una casa d’appuntamento nei pressi della “Badduzza”. Ad indicare la differenza di stile e di “merce”, anche il prezzo : 5 lire nel primo, 10 lire nel secondo casino. A questi bisognava aggiungere 1 soldo che andava alla portinaia. Tra le prostitute del casino della “portazza” godette, allora e per molto tempo ancora, di grande rinomanza, turbando i sogni dei maschi lentinesi e dei viaggiatori di passaggio, quella soprannominata “minni ianchi” (seni bianchi), per la sua bellezza, grazia e prorompente prosperosita’. A quel tempo, le case d’appuntamento erano sotto il controllo del medico comunale che visitava le “donnine” ed accertava la presenza di eventuali malattie veneree ed infettive. Dopo la visita medica, c’era la rituale passeggiata in carrozza per permettere ai probabili clienti di ammirare la bellezza delle donne. “Lunedi’, canni frisca” (lunedi’, carne fresca) era il grido di battaglia dei frequentatori, ad indicare il cambio della guardia tra prostitute che ruotavano nei vari lupanari della zona, che avveniva con cadenza quindicinale (a chinnicina). Agli inizi del 1900 la porta spari’, il casino chiuse ma il toponimo rimane ancora vivo nella memoria dei meno giovani.
 
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Notizie tratte da "i luoghi della memoria" di Cirino Gula e Franco Valenti - Ediprint - SR
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