- I QUARTIERI STORICI E I
TOPONIMI DI LENTINI
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- POTTA
IACI
- (Porta
Iaci)
- Piazza
Oberdan
-
- Con
questo nome si indica, fino ai giorni nostri, il luogo, alla fine di via
Regina Margherita,
dove viene posto l’arco trionfale durante i festeggiamenti del
9,10 e 11 Maggio in onore a S.Alfio, patrono di Lentini. Controverse e
oscure sono le origini di questo toponimo. Le versioni sono diverse,
contrastanti e senza nessuna possibilita’ di essere contemperate tra
loro, anche se tutte ben radicate nella cultura popolare. “Potta Iaci”,
secondo alcuni, non sarebbe altro che il segno di una sudditanza culturale
nei confronti di Catania. Secondo questa versione, infatti, la festa di
S.Alfio ricalcherebbe lo schema dei festeggiamenti che i vicini catanesi
tributano alla loro patrona S.Agata. una controprova si avrebbe nella
“vara” di S.Alfio e nello stesso simulacro del santo che riproducono
gli analoghi catanesi di S.Agata, poiche’ a Catania, all’altezza di
Piazza Stesicoro, dove esisteva la “porta Aci”, che conduceva verso
Acireale posta a nord di Catania, c’era l’arco trionfale, per
somiglianza l’arco trionfale di S.Alfio sulla porta regia fu chiamato
“Porta Aci”, volgarizzato “Potta Iaci”. Secondo un’altra
versione, “potta Iaci” sarebbe lo storpiamento di una delle antiche
porte di Leontinoi, porta Eraclea, che sarebbe la porta nord della
citta’, quella che portava ai campi leontini. Eraclea sarebbe diventata
Emacia, Iracia, Iraci, Iaci. Suggestiva ma sinceramente troppo
intellettualistica. Tra l’altro Vito Amico, storico, alla fine del 600,
identifica la porta Erbacea con la porta sud della citta’ di Lentini. La
terza versione e’ invece legata al rapporto tra il luogo in questione e
il Castellaccio, il castello federiciano che domina dall’alto la zona.
Uno studio topografico dell’area, i ritrovamenti in via Monti, durante
gli scavi per la rete idrica e fognante, relativi ad opere idrauliche di
eta’ medievale, ci fanno pensare che molto probabilmente li’ dovesse
trovarsi uno degli accessi alla munitissima fortezza. Nel castello si
ricordano due torri di cui una ottogonale e una triangolare.
Quest’ultima, in parte ancora visibile e denominata “arx triquetra”,
e’ caratterizzata dal particolare orientamento dei vertici che
rispecchiavano i tre principali promontori della Sicilia, Messina,
Pachino, Trapani. Il toponimo “Potta Iaci” non sarebbe che lo
storpiamento e la volgarizzazione del termine latino “porta arcis”, la
porta della rocca o del castello, che in volgare, con la progressiva
scomparsa della “r”, fenomeno questo molto comune nel dialetto
lentinese, sarebbe diventata “porta acis” e quindi “potta iaci”. A
conferma c’e’ la documentata presenza di una porta regia da collegare
al ponte anch’esso regio sul Lisso nelle immediate vicinanze.
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- Notizie tratte da "i luoghi
della memoria" di Cirino Gula e Franco Valenti - Ediprint - SR
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