- I QUARTIERI STORICI E I
TOPONIMI DI LENTINI
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- LAVATORIU
- (lavatoio)
- Via Focea
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- Il
toponimo nasce agli inizi del 900. in quegli anni l’amministrazione
comunale costrui’ un edificio nel quale le donne potevano lavare la
biancheria. La necessita’ di un luogo che potesse accogliere le
lavandaie era molto sentita: infatti, non essendoci l’acqua corrente
nelle case, era necessario disciplinare l’uso delle fontanelle e degli
abbeveratoi e in molti casi l’accesso e l’utilizzo delle acque del
fiume S.Leonardo, dove le donne, specialmente nel periodo estivo, amavano
recarsi e in particolare nei tratti del fiume oggi conosciuto col nome di
Reina o Seggio. In origine il lavatoio era costituito da un canale lungo
il quale c’erano “i petri militi” (pietre di basalto lavico) per
“stracari” (sfregare) i panni dopo averli insaponati. Naturalmente
accadevano “scerri” (litigi) per la conquista dei posti migliori,
quelli vicini all’entrata dell’acqua che, per ovvi motivi (superior
stabat lupus) era meno “trubbula” (torbida) ossia meno sporca. In un
secondo momento, ad evitare il ripetersi di simili scene, che non di rado
portavano allo strappo dei capelli se non peggio, furono installate le
“pile”, particolari lavandini, fatte di pietra o cemento o scagli di
marmo, e corredate dallo sfregatolo su cui si battevano o sfregavano i
panni. Alla fine del bucato, le donne portavano a casa la “truscia”
(involto) di panni sulla testa ed in braccio, per stenderli ad asciugare.
Le lavandaie di mestiere, nonostante il lavatoio, preferivano recarsi al
Seggio dove, nei prati intorno al fiume, potevano stendere i panni per
asciugarli, dopo averli trattati con “l’azolo” (azzulari) una
polvere azzurra, composta da silicato di sodio e alluminio,
che dava un colore lievemente azzurro alla biancheria umida che
poi, asciutta, assumeva un colore bianco abbagliante.
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- Notizie tratte da "i luoghi
della memoria" di Cirino Gula e Franco Valenti - Ediprint - SR
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