- I QUARTIERI STORICI E I
TOPONIMI DI LENTINI
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- Gghianata
do Spitali Vecchiu
- (salita
dell’ospedale vecchio)
- Via dei Vespri
-
- Si
tratta di un toponimo risalente agli inizi del 1900 ed indica la zona
compresa tra via XX settembre e via Giuseppe verdi. Il nome Ospedale
Vecchio deriva dal fatto che in questa zona era l’antico ospedale di
Lentini. A Lentini l’ospedale, con annesso Monte di Pieta’, fu
fondato, secondo Vito Amico, nel 1551 sotto il titolo di San Giacomo.
Successivamente nel 1612, fu concesso ai frati di San Giovanni di Dio e
l’annessa chiesa dedicata all’Immacolta Concezione. Di strutto dal
terremoto del 1693, il complesso fu ricostruito ma ridotto nelle
dimensioni. Solo poche stanze furono messe a disposizione per
l’assistenza dei malati mentre la chiesa fu dedicata a S.Giovanni di
Dio. La direzione dell’ospedale era affidata ai religiosi mentre la
responsabilita’ amministrativa era di pertinenza della Congregazione di
Carita’. Gli oneri finanziari relativi alla gestione dell’ospedale
gravavano sul bilancio comunale. Tra le attivita’ che il comune affidava
ai monaci, sostenendone le spese, c’era la raccolta e la custodia dei
“bastardelli” (con questo nome si indicavano, nel linguaggio
dell’epoca, i bambini abbandonati, di ignoti natali ma anche gli orfani
– tale fenomeno era alquanto diffuso. Le ragazze madri o quelle donne
che avevano una relazione con un nobile che poi non aveva nessuna
intenzione di riconoscere il figlio naturale, portavano i figli della
colpa “a rota” <alla ruota>, un meccanismo rotatorio che
permetteva di abbandonare i bambini ed affidarli ai frati senza essere
riconosciuti. Le donne, o chi per loro, infatti mettevano il bambino nella
“rota”, facevano girare il meccanismo, suonavano una campanella per
avvertire i monaci e poi si dileguavano nel buio della notte. Questi
bambini affidati alla bonta’ dei frati e gravanti economicamente sulla
comunita’, molto spesso venivano adottati e avevano una vita normale. Il
comune, per incentivare l’adozione dava un sussidio alle coppie che si
facevano carico del mantenimento. Non era raro, allora, che per avere il
sussidio, coppie con molti figli <8/9> prendevano un figlio “’a
rota”). L’amministrazione comunale
di Lentini assegnava al convento gli animali da trasporto. In
particolare, il priore del convento, come elemento di distinzione,
riceveva un cavallo bianco. L’ospedale venne, intorno al 1908,
trasferito nell’attuale sede e affidato ad un altro ordine religioso.
Del vecchio ospedale non resta ormai alcuna traccia. Sappiamo pero’ che,
con molta probabilita’, la sala operatoria dell’ospedale si trovava
nell’area occupata attualmente dal palazzo Bonfiglio. Nel sito
dell’antico ospedale rimane la piccola chiesa dedicata a S.Giovanni di
Dio. Chiusa tutto l’anno, viene aperta in occasione della festa di San
Alfio e visitata, nel loro giro tradizionale dai “nuri” (nudi – i
devoti che, in onore al Santo Patrono, il 10 maggio alle ore 1, partendo
dalla Chiesa Madre, scalzi con una fascia rossa intorno al corpo, con un
mazzo di fiori o nu‘ntrocciu <cero> in mano o, se di peso
notevole, sulle spalle, di
corsa percorrono il “giro santo” gridando le lodi del Santo ed
invocandone la benedizione. Il numero dei giri santi, dipende dal voto
fatto).
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- Notizie tratte da "i luoghi
della memoria" di Cirino Gula e Franco Valenti - Ediprint - SR
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