Le feste
La festa di Sant'Alfio
Per i lentinesi il mese di maggio è il mese della "festa di Sant'Alfio", una festa che sa intrecciare a toni intimamente religiosi anche momenti di folklore, di mondanità, di costume. E' un richiamo a cui pochi riescono a sottrarsi, coinvolti in quell'atmosfera propria delle feste religiose in Sicilia, ed ecco perché i lentinesi ovunque si trovino -in Australia, in America, nelle varie città d'Italia- rientrano al paese natale per il devoto omaggio al Santo Patrono.
I festeggiamenti che hanno inizio il 10 maggio con suono a festa di campane, messe giornaliere e recita della novena in onore dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino, entrano nel vivo alle ore 20, 30 del 9 maggio quando il Capitolo della Cattedrale, accompagnato dal comitato per i festeggiamenti, dalla confraternita dei SS. Martiri e dai devoti spingitori, si recherà alla Chiesa della Campana per rilevare le Reliquie dei Santi, che saranno portati in processione.
Nella notte tra il 9 ed il 10 si ripeterà ancora una volta il commovente omaggio ai Santi da parte dei "nuri", fedeli che percorreranno, scalzi e per diverse volte a seconda del voto, quelle vie che per tradizione orale furono fatte attraversare ai tre fanciulli in catene dopo la sentenza di morte emessa dal preside romano Tertullo.
D'allora Lentini a maggio si veste in festa per ricordarne il martirio, in un rituale che da secoli ricalca quasi immobile quello dell'anno precedente, in un intreccio tra folclore e fede intensamente vissuta. Alle ore dieci del 10 maggio 253 Alfio, Filadelfo e Cirino chiudevano a Lentini la loro vita terrena, martiri per quella fede che si predica fino alla testimonianza col sangue; alle ore dieci di ogni 10 maggio il Fercolo di Sant'Alfio si affaccia dal portone della Chiesa Madre tra l'assordante frastuono dei mortaretti, quasi a riproporre l'enorme boato che accompagnò allora in terra il trionfante cammino delle loro anime verso il Cielo.
Ed il fercolo di Sant'Alfio va: metro dopo metro percorre quasi tutte le vie ed i vicoli della sua città, accolto da una folla osannante, che chiede grazia o lo ringrazia per quanto ricevuto, orante e piangente in una atmosfera di venerazione e di amore, che fa spesso toccare i vertici della più grande commozione.
Così fino alla notte del giorno 11, quando, a festeggiamenti conclusi, l'ampio portone della Chiesa Madre si chiude alle spalle del Fercolo, che per un altro anno sarà tenuto nascosto alla vista dei suoi fedeli, rimasti sulla piazza per salutarlo, imperterriti e numerosi, sino a notte fonda.
Sanno infatti che non è un addio, ma un gioioso arrivederci: con la speranza e l'augurio di ritrovarsi ancora lì alle ore dieci del 10 maggio prossimo venturo.
Giuseppe La Pira
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