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Il premio Lentini

 

Calato il sipario, per ragioni di opportunità, sull' avventura del Centro Studi Notaro Jacopo ,esaurito il mandato avuto per dare nuovi impulsi al risveglio culturale della città, nel 1957 Carlo Cicero, Alfio Sgalambro e Carlo Lo Presti si ritrovano assieme a Filadelfo Pupillo, Francesco Bonfiglio, Vitale Martello, Giuseppe Di Rosa e Gaetano Ossino nel direttivo della Biblioteca Civica "Riccardo da Lentini". A loro viene affidato il compito di dare al nuovo Ente l'impronta di fucina di manifestazioni tese sempre più ad innalzare Lentini alla ribalta dell'attenzione nazionale, calamitando idee e proposte per iniziative che potessero travalicare i ristretti confini locali.

Nascono così i "Premi Lentini", in breve tempo sì ricchi di consensi da diventare, per la serietà della loro impostazione e per il prestigio delle giurie, uno (allora pochi) fra i "premi piu ambiti in campo nazionale.

Fu il dinamico segretario Carlo Lo Presti a dare il via e pratica attuazione al progetto; fu lui a stabilire i contatti con gli uomini di cultura destinati a comporre le giurie, grazie anche alla preziosa e determinante collaborazione di Mario Gori, pseudonimo di Mario Di Pasquale, un delicato e già affermato poeta siciliano di Niscemi. L' indiscusso spessore culturale, la comprovata indipendenza da eventuali ricatti alle giurie, l'assenza di promesse di "piaceri editoriali" fecero lievitare in campo nazionale il peso della manifestazione, voluta con cadenza biennale e programmata per il mese di maggio, quando a Lentini il profumo della zagara inebria ed ubriaca il visitatore.

S'iniziò nel 1958, quasi in punta di piedi, con il solo premio di poesia che si volle dedicare al primo dei poeti della scuola siciliana, al creatore del sonetto, al notaro ufficiale di Federico II°

Nel 1960 si volle, primi in Italia, anche un "premio teatro", che fu dedicato a Rosso di San Secondo; si creò il "premio della sicilianità" intitolato a Gorgia e destinato al siciliano che più si fosse distinto in campo nazionale nelle varie branche della politica, della cultura, dell'arte e dello sport.

E contemporaneamente si diede vita al "premio giornalismo" da assegnare al giornalista che dalle colonne del suo giornale avesse nell'immediato scritto di Lentini, della sua storia o del suo presente. Seguiranno una terza edizione (1962), una quarta (1964) una quinta (1967), ritardata quest'ultima di un anno per il mancato arrivo del finanziamento della Regione Siciliana.

Ma, subito dopo, spira gelida aria di contestazione in sintonia con quanto sta registrandosi all'estero ed in campo nazionale. La "Camera del lavoro", organizzazione sindacale impegnata politicamente all'estrema sinistra, rende pubblica con un manifesto la sua avversione e la sua protesta, a cui fa eco, con una lettera aperta al sindaco on. Marilli, il movimento studentesco.

Intanto, ancora giovane, era morto improvvisamente al suo tavolo di lavoro Carlo Lo Presti e con lui l'entusiasmo, la passione, la volontà di portare avanti quella manifestazione che, malgrado le critiche, gli ostacoli e le difficoltà era riuscita a strappare Lentini da quell'aura di apatia in cui sino allora era vissuta.

A risollevarla ci provano nel 1969, nel nome e nel ricordo di Carlo Lo Presti, Gianni Cannone e Filadelfo Pupillo.

Poi la fine: dei "premi Lentini" rimane oggi praticamente nulla. Si ignora dove siano andati a finire gli atti, le copie degli elaborati presentati dai concorrenti, i verbali delle giurie, gli originali delle opere premiate, il cui complesso sarebbe stato di immenso aiuto a chi ne avesse voluto approfondire lo studio.

Resta soltanto l'incommensurabile nostalgia per quelle "giornate di maggio" che erano riuscite, non senza meriti, a far sì che la patria di Gorgia, di Jacopo, di Riccardo, di Scammacca, di Puccetti, di Mugnus sfuggisse all'oblio della nazione, tornando ad essere, anche se per pochi giorni, culla di poesia e di arte.

 

Giuseppe La Pira

brano tratto dal progetto "Lentini Studia" promosso dalla "Fondazione Pisano"
per gentile concessione del suo Presidente Prof.Armando Rossitto

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