Tempo Presente
I piani regolatori
Dissertare sulla necessità della creazione di strumenti urbanistici tesi alla pianificazione delle attività che si svolgono nella città e nel suo territorio, appare inutile tanto sono evidenti i guasti storici generati dalla loro mancanza. L'operatività di tali strumenti gestionali poi, e dei Piani Regolatori in particolare, non implica necessariamente una ottimale utilizzazione delle risorse ed una uniformità di effetti da piano a piano; qualsiasi progettista, infatti, non può fare a meno di essere figlio del proprio tempo e delle condizioni che in esso si determinano: avere ispiratori politici più o meno illuminati è importante. Così è 'stato per Lentini che ha conosciuto due Piani regolatori dei quali uno è ancora operante, e sta per riceverne un terzo ancora in gestazione.
li primo Piano Regolatore che interessò Lentini, redatto dall'arch. Giuliano Rizzi, dal prof. Francesco Marescotti, dall' ing. Vincenzo Ragazzi e dall' ing. Salvatore Colosi, vide la luce dopo diversi anni di vicissitudini; basti pensare che, dato incarico ai progettisti attorno al 1965, il piano fu adottato con deliberazione consiliare n. 129 del 20/12/1968, approvato con Decreto Assessoriale n. 50 del 20/05/1974, ed entrò in vigore con il deposito degli atti relativi I' 1/10/1974. Tanti e tali furono i cambiamenti imposti dagli eventi in quest'intervallo temporale (l'approvazione della legge ponte, le prescrizioni della Soprintendenza ai Monumenti e del C.T.A. regionale) che ne fu snaturata l'essenza. Comunque il Piano di Marescotti, come è universalmente percepito, non produsse di certo effetti esclusivamente benefici; in particolare la viabilità prevista era certamente sovradimensionata e per la sua attuazione avrebbe necessitato di improponibili sventramenti; non furono individuate all'interno del territorio sufficienti aree per la nuova edificazione; il centro storico fu congelato e l'abusivismo edilizio aveva di fatto modificato le direttrici di espansione della città oltre che a mortificarla dal punto di vista della qualità abitativa.
Il successivo Piano Regolatore, ancora vigente, redatto dall'ing. Benedetto Colajanni, dall'ing. Giuseppe Valenti e dall'arch. Sergio Marini, incaricati con delibera consiliare del 25/07/1977, fu approvato con Decreto Regionale Assessorato Territorio ed Ambiente n. 1267 del 07/10/1989. Esso si proponeva tra l'altro, "il recupero e la rivitalizzazione del centro urbano esistente attraverso una organica compenetrazione di attività e di funzioni tra l'esistente ed il nuovo" oltre che creare le condizioni per attività produttive nuove o connesse alla produzione e commercializzazione degli agrumi. Di fatto in questi anni si è operato quasi esclusivamente all'interno delle aree di recupero degradate in quanto realizzate abusivamente e, ad onor del vero, degradate sono rimaste in quanto non si è trovato il modo di realizzare a loro servizio le opere di urbanizzazione primarie e secondarie. Permane pertanto un centro storico elefantiaco ed abbandonato al suo destino, l'assenza di qualsivoglia opportunità di iniziativa imprenditoriale in quanto non esistono le condizioni anche urbanistiche perché ciò avvenga (vedasi l'attesa biblica per l'assegnazione dei lotti ASI e l'assenza delle opere di urbanizzazione o dei piani esecutivi nelle altre zone artigianali o industriali), l'abbandono ai margini della città della zona dei magazzini nei pressi della stazione ferroviaria dei quali non è chiaro quale sarà il destino, l'assenza di iniziative rivolte alla utilizzazione della zona del Biviere nell'ottica della valorizzazione del nostro patrimonio storico e ambientale come chiave di nuovo sviluppo economico.
Come recita la relazione tecnica allegata allo schema di massima di quello che dovrebbe essere il nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Lentini "il vigente P.R.G. redatto su base aerofotogrammetrica datata 1967, non rispecchiando la realtà dei luoghi, ha creato non pochi problemi durante il suo iter di gestione in quanto le numerose anomalie riscontrate hanno comportato l'impossibilità di una razionale e concreta attuazione dello strumento urbanistico generale. L'individuazione di tutte le anomalie riscontrate (...) hanno costituito la base della presente revisione generale, finalizzata alla definitiva risoluzione dei problemi che hanno determinato la paralisi definitiva in atto". Ci si accinge quindi alla proroga di fatto del vecchio piano, e non ad un vero e proprio nuovo piano, il cui affinamento tecnico dovrebbe risolvere molti dei problemi sopracitati.
Tutti ci auguriamo che ciò sia vero ma, in un momento in cui i nostri giovani trovano opportunità di lavoro solo al di fuori di Lentini ed in cui il degrado sembra l'unico comune denominatore del nostro patrimonio edilizio ed ambientale, sembra poca cosa dar vita ad un piano senza anima che non incarna alcun progetto per la città di domani ma cristallizza lo status quo ed una cronica mancanza di aspirazione ed immaginazione.
Domenico Zagami