I BENI ARTISTICI E CULTURALI
Il Parco archeologico
Il Parco Archeologico di Leontinoi, nato negli anni Cinquanta dopo le prime grandi campagne di scavi sistematici che avevano messo in luce il nucleo principale delle fortificazioni meridionali, si articola in due nuclei: l'estremità meridionale della valle S. Mauro con il colle omonimo, e la sommità dell'opposto colle della Metapiccola.
Presso l'imbocco della valle, il sistema di fortificazioni che cinge le due alture, sfruttando efficacemente le caratteristiche geomorfologiche del terreno ed utilizzando i colli come bastioni a difesa dell'accesso alla città, si incardina in una poderosa opera di sbarramento al cui centro si apre una porta a tenaglia, protetta da una cortina avanzata e dominata da una torre. Dalla porta, prende l'avvio la strada che conduceva a Siracusa, passando attraverso la necropoli meridionale (VI-III sec. a.C.), caratterizzata dalla presenza di alcuni sepolcri ellenistici particolarmente notevoli per la presenza di piccoli monumenti funerari costituiti da piramidi gradinate in grandi blocchi squadrati. Nella sua prima fase, databile fra fine VII e inizi VI, l'opera è connessa, attraverso il muro di sbarramento, alla grande cinta che sale lungo le pendici del colle S. Mauro, rivestendole con un paramento in opera isodoma, inclinato a scarpa, provvisto di una torre semicircolare.
Dopo la distruzione della prima porta, dovuta probabilmente ad Ippocrate fra il 478 e il 494 a.C., un secondo sistema di sbarramento, leggermente più avanzato e ampliato rispetto al primo, fu costruito verso la metà del V secolo, quando la città riconquistò l'indipendenza dopo la cacciata di Trasibulo da Siracusa e lo sfaldamento del regno dei Dinomenidi. La distruzione definitiva dell'opera a tenaglia è da riferire agli anni 424-422 a.C., in rapporto con le discordie interne che determinarono una nuova presa di potere da parte dei Siracusani.
Lungo il ciglio meridionale del Colle S. Mauro corre una seconda linea di fortificazione, interna alla precedente, limitata alla sola spianata sommitale e connessa con una complessa fortificazione - messa in luce dalle indagini di P. Orsi - caratterizzata da tre torri raccordate da doppie cortine murarie. Di questa cinta muraria interna, datata in un primo momento al VII secolo, si accetta oggi la collocazione nel IV sec. a.C. e più precisamente in età dionigiana, conformemente alla datazione della fortificazione scavata da Orsi e in aderenza a quanto riportato dalle fonti (Diod., XIV, 58) circa il rafforzamento delle acropoli di Leontinoi voluto da Dionigi nel 396 a.C.
Un ultimo tentativo di sbarrare la valle, con un muro sconnesso, di materiali di riporto e costruito direttamente in elevato, fu fatto alla fine del III sec. a.C., dopo l'effimera riconquista dell'indipendenza da Siracusa seguita all'uccisione di Geronimo (215 a.C.); dopo un solo anno, la nuova fortificazione crollò sotto l'attacco dei Romani guidati da Marcello.
Sul vicino colle della Metapiccola, si conservano i resti di uno dei villaggi dell'Età del Ferro che, sullo scorcio dell'VIII sec. a.C., prima dell'arrivo dei Calcidesi, occupavano alcuni dei colli prospicienti sulla pianura e sul corso del fiume S. Leonardo. Una serie di capanne a pianta rettangolare, una delle quali provvista di un piccolo portico, con pavimento abbassato rispetto al piano circostante e sostegni costituiti da file di pali dislocati lungo le pareti e lungo l'asse centrale, mostra sorprendenti affinità con le capanne coeve del Palatino e con quelle di Lipari e di Morgantina.
Sulle capanne, si è impiantato in età arcaica un quartiere della città greca, con alcune case e con un tempio del quale restano soltanto le fondazioni. Dall'area santuariale della Metapiccola, anche se non in connessione diretta con il tempio, proviene una ricca stipe votiva, sempre di età arcaica, con statuette di tipo ionico e vasi attici a figure nere.
Beatrice Basile
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