Gli spazi naturali
Pancali e le colline
Il Monte Pancali è il più alto monte del territorio di Lentini e si eleva m 487 sul livello del mare. Attorno a questo promontorio, ex vulcano, si possono osservare delle colline che digradano verso il mare e che rendono il paesaggio molto dolce e piacevole. Già dai tempi antichi era principalmente ricoperto da boschi, composti da essenze tipiche della macchia mediterranea su un terreno di origine vulcanica.
Alle pendici di Pancali e nelle colline circostanti si ergevano nella prima metà del Settecento diverse dimore utilizzate come residenze estive per sfuggire alle opprimenti condizioni climatiche del territorio, appesantite ulteriormente dall'influenza del Lago di Lentini.
Oggi il paesaggio comprende alcune zone vicine al centro abitato caratterizzate da diversi insediamenti (case di campagna, villette, etc.), mentre nella zona più alta, da cui si può godere uno splendido panorama di infinita bellezza costituito dalla presenza dell'invaso artificial-naturale più grande d'Europa - il Biviere - e dall'Etna, il paesaggio è ancora integro, resiste ancora un bosco di querce ed altre essenze tipiche della macchia mediterranea che potrebbe essere suscettibile di ulteriore sviluppo, valorizzazione e salvaguardia.
Tutto il territorio di Pancali risulta proprietà di privati mentre il Corpo Forestale ha il compito esclusivo della sorveglianza. Tale situazione rende più complicata la possibilità della fruizione da parte del pubblico di tale zona anche se il paesaggio si presta in quanto ricco di sentieri, di vallate e di zone dove si possono realizzare diversi percorsi naturalistici.
Un'ipotesi di percorso potrebbe essere il trekking: una forma di turismo praticato con spostamenti giornalieri a piedi o a cavallo, in massima parte su sentieri o su percorsi non accessibili con mezzi meccanici.
Alcuni appassionati del volo hanno già studiato delle zone più adatte - zona nord Piana di Pedagaggi
- dove poter effettuare delle discese libere in deltaplano.
Una leggenda narra che sulle alture del vulcano andava spesso a fare battute di caccia il tremendo console romano Tertullo (il quale il 10 maggio del 253 d.c. fece martirizzare i tre giovani pugliesi SS. Alfio, Filadelfo e Cirino); il console cadde in un dirupo nel disperato tentativo di poter prendere una pregiata selvaggina.
Si narra inoltre che sino al secolo scorso nell'ex feudo appartenente alla nobile famiglia De Geronimo si trovava una grotta, la cosiddetta" Truvatura" alla quale è legato un ritornello popolare che dice. "Cu si marita e nun si ni penti trova a truvatura do pai Pancali" (chi si sposa e non si pente trova la grotta di Pancali).
Secondo un'altra leggenda - verità, si narra che uno spirito all'interno della grotta custodisca un tesoro ( alcuni letterati pensano possa trattarsi del tesoro di Dùcezio; secondo altre fonti si tratta del tesoro di Jerone Il re di Siracusa). Chi trova la grotta, continua la leggenda, smarrisce la via del ritorno per alcuni giorni. Da visitare l'antica sorgente Paradiso appartenuta alla nobile famiglia del Sen. Giuseppe Luigi Beneventano della Corte, il quale fece costruire a proprie spese dei cunicoli a grandezza d'uomo ( ancora visitabili) che da Pancali arrivavano sino alla sua nobile proprietà ubicata a Lentini alle pendici del colle Evarco o San Francesco. L'acqua sorgiva, tramite una fontanella ubicata nel cortile del palazzo, veniva prescritta in quel tempo dai medici ai loro pazienti, perché a loro dire era miracolosa.
Nel periodo di quaresima si racconta ancora che la "Mamma Serra ", un mostro di Pancali, scendeva sino in paese per punire i bambini malvagi. Questo mito era rievocato da una strana figura, che nel periodo pasquale girava per le vie a cavallo di una scopa, con abiti rattoppati e coperta da un grande scialle seguita da una moltitudine di ragazzini, saltava da un angolo all'altro delle strade fendendo l'aria con una falce.
Alcuni percorsi su Pancali sono stati predisposti dalla Cooperativa "Trinacria", impegnata da alcuni anni in promozioni turistiche e visite guidate nel territorio di Lentini.
Nunziatella Butera
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