“GORGIA DA LEONTINOI E LA SOFISTICA”: IL “GRAN RIFIUTO” DELL’AVVOCATO AGNELLI E DELLO SCRITTORE SEBASTIANO ADDAMO
di GIANNI CANNONE |
Il “gran rifiuto” di Gianni Agnelli, vale a dire dell’Avvocato internazionale per eccellenza, a fare parte integrante, a Lentini, del Comitato d’Onore del Convegno Internazionale di Studi su “Gorgia e la Sofistica”, fu certamente una vero e propria punto dolens che ancora oggi pesa tra le verità filosofiche “rivisitate” a favore dell’illuminismo sofistico. Ma l’Agnelli non fu il solo a dichiarare forfait : anche lo scrittore catanese, di origini leontine, Sebastiano Addamo, seguì le orme dell’illustre capo dell’ex Fiat di Torino, anche se con ragioni completamente diverse. Diciamo subito, quindi, che la Sofistica, secondo la teoria di Albino Lesky (Storia della Letteratura Greca, dicembre 1991, Il Saggiatore), viene ad essere rinverdita, a partire da Hegel, come il solo movimento culturale operante nella grecità, tanto da precedere, addirittura, quello francese del XVII secolo d.C., mentre i Sofisti, quali Gorgia da Lentini e Protagora di Abdera, nonostante i veleni di Platone e di Aristotele, potevano essere acclamati, finalmente, come i “veri maestri” dell’antichità.
Ci sembra opportuno e responsabile riportare, a questo punto, le parole di Santo Arcoleo (Atti del Convegno internazionale, Lentini-Catania, dic. 1983): “Le pagine che Hegel dedica alla Sofistica, ed a Gorgia in particolare, sono fra le più interessanti delle sue Lezioni sulla storia della filosofia”. Ritorniamo, ora, al “gran rifiuto” di Agnelli e a quello di Addamo. Una prima considerazione: perché il nome di Gianni Agnelli? Presto detto: l’Avvocato, proprio in quei giorni, al termine di una dotta esposizione dentro una conferenza televisiva con la Rai, aveva chiuso la sua attenta disamina menzionando, appunto, Gorgia da Leontìnoi e i “luoghi comuni” del sommo pensatore lentinese. La lettera torinese di risposta all’invito, prettamente storico-culturale, fatto con molto garbo dalla città di Lentini al notissimo cittadino di Torino aveva, alla fine, una sorprendente conclusione, chiara e inequivocabile, legata essenzialmente ai “troppi impegni” del grandissimo Presidente. La cosa si può, di certo, definire solo così: una scusante dal volto “aristocratico” e vestita, insomma, di presunta e ridicola e risibile “nobiltà lavorativa”.
Riguardo ai “luoghi comuni” gorgiani ecco, in tal senso, l’esauriente testimonianza di Cicerone nel Bruto: “Anche Gorgia si applicò a tali “luoghi comuni”: per ogni singolo argomento componeva elogi e biasimi, perché riteneva che il compito primario di un oratore fosse essere in grado di amplificare un argomento con la lode, quindi smorzare l’importanza con il biasimo”. I ragguagli storici itineranti, peraltro poco conosciuti dai più, vanno a certificare che la mancata accettazione di Addamo, allora pure Preside del Liceo Gorgia di Lentini, fu di taglio esclusivamente politico e più ancora ideologico. In quel tempo, questo è notorio, che dentro la vittoria elettorale della Democrazia Cristiana, Ente locale organizzatore del Convegno Internazionale Leontino, c’era il Cristianesimo, mentre, di converso, per lo scrittore Addamo, di fede comunista ad oltranza, dietro l’angolo passeggiava, senza vergogna, il Marxismo/Leninismo. Filippo Motta, leontino di adozione, uno dei membri del Comitato Organizzatore e, al tempo stesso, anche docente di filosofia nel suddetto Liceo, fu l’ambasciatore incompreso ai fini di convincere il “signor no” a tornare indietro.
Il tutto, in realtà, si rivelò inutile. Discutibile è, del resto, il ruolo del Preside Addamo allorquando nel suo libro edito dalla Garzanti, dal titolo “Un uomo fidato”, esalta gli umori dei compagni comunisti di Milano con questa carezzevole dedica: “Ai compagni comunisti, agli amici comunisti di Milano, a certe assorte serate milanesi, alle acri lunghe e frantumate conversazioni, di quella lontanissima estate 1974”. Nonostante lo “scompiglio” sopra descritto, nonostante gli Agnelli e gli Addamo, il Convegno appartenente alla città di Lentini venne effettuato lo stesso, e a prescindere. Belle e alte le espressioni terminali dell’Ambasciatore di Grecia a Roma, presente a Lentini, nel corso della giornata inaugurale, Christos Stemmenos: “Era dunque doveroso per me partecipare, oggi, a questa magnifica occasione ed esprimere i migliori voti augurali di buona volontà e di pieno successo per questo Convegno con una tematica così interessante. Io ringrazio tutti quanti e specialmente le autorità comunali di Lentini”. Come dire: Stemmenos docet!
Il Convegno su “Gorgia e la Sofistica”, con la relativa stampa collocata in un apposito volume (curatori i professori universitari Luciano Montoneri e Francesco Romano dell’Ateneo Etneo), viene in essere con puntualità, meravigliosamente bene, sotto l’egida del Comune di Lentini, (amministrazione Bosco-Ragazzi), di concerto sia con l’Università di Catania che della Società Filosofica Italiana. Gli atti del Convegno sono, poi, pubblicati all’interno delle prestigiosa rivista dell’Università catanese, “Siculorun Gimnasium”, in data gennaio-dicembre 1985. Sic est.
10 Settembre 2017
GIANNI CANNONE