SANTI NICITA, IL PRESIDENTE di GIANNI CANNONE
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La morte dell’onorevole Santi Nicita mi ha toccato profondamente, anche perché avvenuta in un momento della mia vita con la salute assai precaria. E così è successo che il giorno dei funerali dell’ex presidente della Regione Siciliana mi hanno visto vicino al dolore dei familiari ma estraneo fisicamente a loro giacché ormai non più idoneo ad agire come prima. I ricordi, però, in tale impegnativo contesto, sono stati tanti e tutti politicamente e culturalmente sempre positivi.
Di recente, con la collaborazione del mai compianto Corrado Ventaglio, suo amico fedele, leale e geniale, aveva pubblicato un bel libro autobiografico, pei tipi “Angelo Parisi Editore, Carlentini 2005”, dove era visibile una affettuosa quanto significativa dedicata indirizzata alla mia persona: “A Gianni Cannone con affetto, amicizia e stima, nel ricordo delle tante battaglie fatte assieme, al servizio di Lentini e della Provincia. Firmato, Santi Nicita”.
Il titolo del volume nicitiano è il seguente: “Sul filo del rasoio…”. Tale importante lavoro, tutto di marca democristiana, si avvale, per l’occasione, della prefazione di Salvatore Adorno e della postfazione di Ivan Lo Bello. Due firme, due eccellenze.
Ma chi era Nicita e cosa rappresentasse e l’uomo e il politico per Siracusa e per la Sicilia intera? Quest’uomo che politico in assoluto non era, ma che veniva orgogliosamente annoverato per tutti i suoi “seguaci-amici” come il simbolo del grande “Statista”, innamorato, appassionatamente, della sua terra e della sua gente, con idee sempre chiare, sincere e avanzate, questo talento naturale, venuto in mezzo a noi per stupire e per stupirci, questa “entità” generosa e buona non morirà mai.
Un interrogativo non inquietante che screzia di bagliori la “siracusanità” di Nicita, pertanto, si pone subitaneamente. Quale è stato l’episodio vitale sotto il profilo, moralmente impeccabile, che ci ha colpito di più? Dobbiamo dire francamente che il suo immenso capolavoro, su scala senza confini di spazio e di tempo, è stato l’impegno massimo sulla “legge speciale” sopra Ortigia, dove tutto si è compiuto in piena armonia, soprattutto, con uno degli uomini politici più concreti e più autorevoli della sinistra italiana del tempo, vale a dire il siracusano Salvatore Corallo.
Resta chiara una cosa: la legge “Nicita”, divenuta realtà, entra di prepotenza e di diritto nella storia mitica di Ortigia. In verità i centri storici, abbandonati dapprima a se stessi, producevano solamente un certo senso di vuoto, come se fossero dei beni inspiegabilmente perduti.
Il parlamentare democristiano Nicita, nella qualità di relatore diligente, preparato e pure chiaroveggente, diventerà, allora, di colpo, il protagonista principale di cotanta proposta di legge, presentata nella seduta del 9 Aprile 1976, anche se essa passerà, definitivamente, come legge vera e propria, nell’adunanza del 15 Aprile 1976, recando la testata che segue: “Tutela dei centri storici e norme speciali per il quartiere di Ortigia di Siracusa e per il centro storico di Agrigento”.
La pagina attorno a queste realtà così imponente costituisce per la voce Nicita, senza dubbio alcuno, un documento storico di primo piano, al fine di farci vivere, con amore, il miracolo del recupero di Ortigia. Or dunque visitare Siracusa, approdare a Ortigia, parlare di Nicita e del fascino della favolosa “Isola delle Quaglie”, tutelata, infine, da una legge speciale ben regolata, significa più che altro avere dentro di sé il rispetto carezzevole della storia.
Con Nicita siamo all’interno di un trittico storicamente virtuoso. Il che significa dividere il personaggio Nicita di Furci Siculo (ME) in tre parti, tutti attivi meritatamente: dentro il mito, con Aretusa; dentro la Legge, con la normativa speciale su Ortigia; dentro la storia, con la speranza della creazione di un’autentica “Università degli Studi” a Siracusa, non dipendente più da altri Atenei italiani o stranieri che dir si voglia. Se poi si considera l’altro fatto, universalmente noto e arcinoto, e cioè che la storia della Sicilia antica è quella stessa di Siracusa (e viceversa), allora va da sé che anche altre facoltà, oltre all’archeologia, non potrebbero non essere che quelle che darebbero lustro alla storia nobile e veneranda della nostra Sicilia, antica e moderna.
Indubbiamente il Nicita, relatore all’Assemblea Regionale Siciliana della legge speciale sopra Ortigia, approvata, come si è già espresso, nella seduta del 15 Aprile 1976, manterrà intatto, con parole appartenenti ad un avvenire radioso, il prestigio immortale delle memorie antiche legate alla grecità: “Solo tenendo presente la globalità degli obiettivi è possibile parlare di un domani”.
Amore per Siracusa o riscoperta delle radici comuni con il mondo greco?
Certo è che il cognome Nicita in Grecia fa NiKita.
30 Maggio 2016
GIANNI CANNONE