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(SOPRA) Grotta di Santalania
• Lentini (SR) DescrizioneLa chiesa, alla quale si accede da un ingresso trapezoidale sormontato da una lunetta emisferica, è scavata in un basso gradone di roccia e presenta una pianta assolutamente regolare. Essa è composta da un vano quadrato coperto da un tetto piano che, dopo una iconostasi triloba (malamente conservata), si apre su un presbiterio rialzato di tre gradini a pianta leggermente trapezoidale voltato che si conclude con una abside semicircolare. Le pareti dell’aula sono ritmate da una teoria di tre archi a ferro di cavallo originariamente retti da pilastri lisci (di cui rimane soltanto la parte superiore), mentre tracce di una cornice che correva all’altezza del catino absidale, si ritrovano nell’area presbiteriale. Dell’originario apparato iconografico, che si articolava in pannelli posti nello spazio definito da ogni arcata parietale, rimangono purtroppo solo tracce mutile. Nell’ultima arcata della parete sinistra si conserva parzialmente il volto con il nimbo giallo e la parte superiore dell’ala sinistra dell’Arcangelo Michele (identificabile anche dalla scritta [A]ΡΧAΝΓ[Ε]Λ[ΟΣ ΜΙΧAΙΛ); nell’opposta arcata destra, invece, si notano scarsi frammenti di due santi affiancati di cui solo uno è riconoscibile come Sant’Elia grazie alla scritta AΓ[ΙΟΣ] ΗΛ [ΙA?]. Notizie storicheLa chiesa, posta nelle immediate vicinanze di un casale rupestre che si sviluppa in una piccola cava, ha certamente origini alto medioevali, come risulterebbe dalla datazione di una serie di tombe poste nelle immediate vicinanze di essa e legate ad un’altra struttura ecclesiastica semipogeica. Sono poche e frammentarie le notizie storiche e documentarie, certamente il toponimo della grotta riprende, in maniera alterata, il nome del santo Anania, cui era dedicata la chiesa rupestre, così come propone l’Alessio [1], ma non è chiaro a quale casale, tra quelli documentati dalle fonti diplomatiche esso corrisponda. OsservazioniLa chiesa rupestre di Santalania, per il rigore formale che la caratterizza (principalmente nella definizione della spazialità), e per la presenza di elementi caratteristici di una cultura religiosa orientale (iconostasi e didascalie in greco attorno ai santi), rappresenta una testimonianza importante della presenza di comunità monastiche e laiche assolutamente greche in territorio siciliano. La datazione, proposta proprio dall’estrema attenzione al dato geometrico nella gestione degli spazi, oscilla tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo. [1] ALESSIO G., L’elemento greco nella toponomastica della Sicilia, II, in Boll. Centro Studi Filol. e Ling. Siciliani, 1953, p. 92 Grotta di Santalania •
Lentini (SR) Bibliografia essenziale
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