- Descrizione: L'asfodelo
mediterraneo (Asphodelus microcarpus) è una pianta della
famiglia delle Liliaceae. Il genere Asphodelus comprende
numerose specie (ne sono state descritte più di cento).
Pianta eretta, alta 70-110 cm, con un robusto fusto
cilindrico dato dallo scapo fiorale, privo di foglie e molto
ramificato nella parte superiore. Le radici sono date da un
breve rizoma dal quale si dipartono numerosi tubercoli
ingrossati e più o meno affusolati. Le foglie partono tutte
dalle radici e mancano sul fusto. Sono nastriformi, larghe
2-4, lunghe 40-70 cm e diminuiscono in larghezza andando
verso l'apice. Sono di colore glauco, totalmente glabre e
prive di ghiandole, a sezione triangolare appiattita (trigone).
I fiori sono numerosi, inseriti su di una infiorescenza a
pannocchia con un peduncolo di 1-1,5 cm e articolato verso
la metà/terzo inferiore; sono muniti di una brattea
lanceolata, rossastra e lunga quanto il peduncolo. Tepali 6,
liberi, lunghi 1,5 e larghi 0,5 cm, allungati e con l'apice
ottuso, carnosi, bianchi e con una stria centrale
rosso-scura. Stami 6 con filamento bianco, lungo 1,5 cm e
antera arancione; sono inseriti su una piccola formazione
che circonda l'ovario, unico, con 1 stilo un po' più lungo
degli stami e 1 stigma rigonfiato all'estremità. I frutti
sono delle capsule di 5-8 x 6-10 mm formate da 3 valve che a
maturità si aprono (frutto deiscente) e mettono in libertà
numerosi semi neri. Ogni valva presenta 2-7 rugosità
trasversali. E' una pianta di durata perenne. Il periodo di
fioritura va da marzo a maggio a seconda dell'altitudine.
Proviene dalle zone del bacino mediterraneo e predilige un
clima temperato. L'asfodelo viene spesso utilizzato come
ornamento per le aiuole. Viene inoltre utilizzato sia per
usi culinari che per usi farmaceutici.
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- Dove si trova: L'asfodelo
predilige i luoghi aridi e i pascoli. Nel territorio
lentinese si trova nella zona di Pancali e poi ancora nella
vicina zona di Pantalica, Sortino e Cassibile.
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- Quando Raccogliere: Si
raccolgono in marzo-maggio, nel momento in cui sbocciano.
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- Utilizzi Curativi:
Utilizzato nella medicina popolare, ma non iscritto nella
Farmacopea Ufficiale. La droga è data dai tubercoli che si
raccolgono in estate, quando le foglie sono secche e si
mettono a seccare all'ombra, tagliati in fettine sottili.
Dei tubercoli si conosce soprattutto un uso esterno per la
cura di dermatosi e scottature solari (decotto con 5 gr in
100 ml di acqua e applicato con pezzuole). Se ne fa anche un
uso cosmetico per schiarire le efelidi (tubercoli freschi
pestati e applicati in poltiglia sulle parti interessate).
L'uso interno come astringente è sconsigliato per la
presenza di alcuni alcaloidi. Avvertenza: per evitare
effetti collaterali, usare sempre sotto controllo medico.
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- Utilizzi in Cucina: I
tubercoli di questa pianta sono commestibili; sembra che
abbiano costituito una fonte importante di cibo in età
preistorica e, più di recente, nei periodi di carestia. Un
uso particolare delle foglie di asfodelo si ha nella
produzione di formaggi tipici.
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- Curiosita':
Letteratura e mitologia:Asphodelus deriva dal greco "a"
= non, "spodos" = cenere e "elos" = valle; cioè valle di ciò
che non è stato ridotto in cenere (Pignatti). Il nome deriva
dal fatto che gli asfodeli ricoprono garighe di sovente
soggette ad incendi. Gli organi sotterranei degli asfodeli
(bulbo-tuberi), infatti, sopravvivono al passaggio del
fuoco. Gli antichi Greci rappresentavano il regno dei morti
ricoperto di asfodeli. Per questo erano il simbolo dei
defunti ed erano utilizzati per adornare le tombe.
Ambiente:La presenza degli asfodeli, tipica nelle
garighe, indica uno stato di degradazione dell'ambiente. Gli
asfodeli sono tipici di zone prive di copertura arborea e di
sufficiente strato di terreno. Artigianato: la
lavorazione dei cesti intrecciati in asfodelo ha radici
antichissime e nei secoli ha contribuito a far quadrare i
magri bilanci delle famiglie di pastori, massai e
agricoltori. Ancora oggi le donne di alcune zone della
Sardegna (Ollolai) custodiscono il segreto de s'iscrarionzu,
l'intreccio in asfodelo (iscraria appunto), che hanno
appreso dalle madri e dalle nonne. I mazzi si mettevano a
mollo nei ruscelli, bloccati con le pietre. Molto spesso per
le strade del paese capitava di vedere l'asfodelo steso a
terra ad asciugare. Il lavoro era faticoso e meticoloso: le
donne si alzavano all'alba e sedute su uno sgabello,
coltello a portata di mano, intrecciavano fino al tramonto.
Lentini: Quartiere Purrazzitu: Il toponimo
probabilmente risale alla fine del secolo scorso e sta ad
indicare un luogo ricco di “purrazzi” (asfodeli). L’asfodelo
e’ una pianta tipica della flora mediterranea, somigliante
ad un giglio e che cresce prevalentemente nei terreni
calcarei. Questa zona era particolarmente ricca di questo
tipo di piante. Oggi l’intensa attivita’ edilizia ha portato
alla scomparsa degli asfodeli ma non del toponimo che rimane
legato a questa pianta.