- AUTORITRATTO
- Da Lentini: Avrò 49 anni il 3 Febbraio 1997
e ci sono mie firme datate 1964. La raccolta casuale delle foto contenute
in questo "book. Si dice che uno scrittore é un arbitro che
decide ossessioni e parole. Ciò è vero, perché è così che ho
romanzato le mie composizioni sin dagli albori. Riguardano lavori di
recente fattura che vanno dal '90 al '96. Sono stralci, brani di
"ossessioni" di una perenne e intensa attività al di fuori di
mode e tendenze e al di fuori del tanto detestabile circuito che imbriglia
e falsa l'atto creativo. Divenuto eremita per necessità in questa
dolorosa terra di Sicilia, sento la nostalgia della Pittura quando avviene
che, invasato e posseduto da lei, s'allontana poi. Ma lei, Gran Signora
crudele, mi fa supplire fino a che l'ultima parola non è stata detta. Ho
vissuto e lavorato in passato a Roma, Parigi, Monaco, Olanda, etc;
conoscendo in luogo personalità in vista. Credetemi, avviene
veramente e vi garantisco che non é suggestione. A volte è tale
l'impegno dell'esecuzione di un ciclo di 30 o 40 tele sotto lo stesso tema
che, stremato e ormai insonne, le chiedo pietà. Ma è impossibile
racimolare nomi, gallerie e documenti per attestare i fatti avvenuti ?
Forse non esistono più neanche le gallerie da me contattate. Forse
le persone conosciute sono già morte come morti sono quei pochi documenti
da me svogliatamente raccolti perché finiti sotto le macerie del
terremoto del '90 avvenuto qui in "Sicilia". Lo scopo di questo
"book" è di dare un accenno a quel qualcosa che sfugge persino
a me di me. Posso solo augurarmi che il lettore dei miei racconti visivi,
facendo scorrere il suo sguardo possa dire: "Anche il mio pathos ha
di questi umori,anzi vedo di già all'orizzonte ergersi qualcosa
d'insolitamente stimolante".
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- Lentini e i suoi artisti
- Franco Condorelli : la sua arte, la sua
terra, le radici culturali mai perdute
- Da un articolo tratto da "La
Notizia" per gentile concessione del suo direttore Nello La Fata
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- “Divenuto eremita per necessita’ in
questa dolorosa terra di Sicilia, sento la nostalgia della pittura quando
avviene che, invasato e posseduto da lei, s’allontana poi. Credetemi,
avviene veramente e vi garantisco che non e’ suggestione. A volte e’
tale l’impegno dell’esecuzione di un ciclo di 30 o 40 tele sotto lo
stesso tema che, stremato e ormai insonne, le chiedo pieta’. Ma lei,
gran signora crudele, mi fa supplire fino a che l’ultima parola non e’
stata detta”. Cosi’, il maestro Franco Condorelli,definisce il suo
rapporto con l’arte e la sua anima di artista. Lentinese di nascita e di
cultura, Condorelli ha iniziato il suo percorso nel mondo della
rappresentazione pittorica gia’ nel lontano 1964, allorquando i suoi
primi lavori furono commentati positivamente da quel mondo dell’arte,
allora forse ancora lontano, ma che ora tutto gli appartiene. Alla ricerca
costante e continua del confronto artistico e culturale, ha vissuto e
lavorato in parecchie città’ d’arte, tra cui Roma, Parigi, Monaco ;
città’ tra l’altro dove ha maturato un’esperienza del tutto
personale e non priva di tecniche pittoriche del tutto innovative. Il
tempo della percezione e della rappresentazione artistica, diventa nelle
sue opere eterno, e nulla sembra scalfirlo, ne tanto meno confutarlo. La
sua sensibiliere e’ legata come da un nodo inscindibile alla
creazione, all’attimo che diventa rappresentazione. La sua pittura e’
romanzata e come lo stesso Condorelli ama affermare :” mi sento come uno
che racconta con tanti dettagli”. Le opere di Condorelli sono uniche,
vere, sono il frutto di colui il quale sembra avere la consapevolezza che
l’artista, e solo lui, ha la possibilita’ di creare negli altri,
intime riflessioni che durano per un tempo illimitato e che diventano
patrimonio dell’anima. Le sue tele, in particolare quelle dell’ultimo
periodo evidenziano in maniera del tutto naturale una carica emozionale
sempre viva nell’artista che non si piega alla retorica o alla banalita’
esecutiva, egli si definisce anche un’artista meteoropatico : l’estate
che suscita nell’artista un’esplosione di colori e di forme spesso
indefinite e indefinibili ; l’inverno in cui la vena dell’artista e’
piu’ votata verso la rappresentazione figurativa del mondo intorno a se.
C’e’ nell’arte del maestro Condorelli anche la sua Lentini, le sue
vie, i suoi colori, le sue tradizioni, che anche ad occhi meno attenti e
vigili suscitano intimissime emozioni. I luoghi di Lentini vengono
rappresentati nei suoi contorni piu’ vivi, piu’ reali, non nascondono,
anzi amplificano una memoria storica mai dimenticata , sempre presente.. E’
oggi veramente possibile parlare di un’arte tutta di Condorelli, i suoi
quadri, come egli stesso li definisce, sono “brani di ossessioni, di una
perenne e intensa attivita’ al di fuori delle mode e tendenze, e al di
fuori del tanto detestabile circuito che imbriglia e falsa l’atto
creativo”. L’incontro con l’arte del “nostro” Condorelli, tra i
luoghi e i momenti della rappresentazione, sono ineluttabilmente elementi
di continuo e incessante fluire di sensazioni ed emozioni, che evidenziano
come “la vita stessa e’ arte e ha uno stile come quelle arti che
tentano di ritrarla”(Oscar Wilde, da “Penna, matita e veleno”). Franco Condorelli, lentinese doc, oggi
cinquantenne, e’ ritornato da dieci anni nella sua tanto amata e “raffigurata”
Lentini, forse con il desiderio inconscio di poter lavorare ancora e per
molto tempo attorno agli odori, alle luci, ai paesaggi, alle radici di
sempre.