- Lentini
Oggi: Scrittori
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- Elio Cardillo
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- Note Biografiche
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- Vive ed opera a Lentini. Nato nel 1943 e'
ordinario di scienze matematiche ed ha elaborato originali sperimentazioni
didattiche nella realta' scolastica del territorio. Ha realizzato la
classificazione del patrimonio artistico del lentinese mediante 400
diapositive custodite nel distretto scolastico di Lentini. Ha raccolto
consensi e riconoscimenti per le sue opere fotografiche ed ha condotto
apprezzate esperienze come regista ed attore di teatro. Nominato nel 1988
Ispettore Onorario ai Beni Culturali, e' autore tra l'altro della raccolta
fotografica "lettura poetica del territorio tra essere e
apparire" che la Scuola Media "Marconi" ha donato al liceo
classico "Gorgia". E' vincitore del premio letterario
"Ciccio Carra' Tringali", con la raccolta di poesie inedite
"terra incline". Ha pubblicato le raccolte di poesie
"Zagara e no" (1992) e "Il nulla d'altri (1996) - Ed. Greco
di Catania.
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- UN POETA NUOVO E ANTICO di Pasqualino
Sangiorgio
- dal libro "Il nulla
d'altri" - Ed.Greco - Catania 1996
- Sara' stata fortunata combinazione o
intelligenza dell'autore o astuzia, probabilmente tutte queste cose
insieme, fatto sta che il libro si apre con una autentica gemma, una
composizione in dialetto dedicata al poeta vernacolo lentinese Cicciu
Carra' Tringali, punto di riferimento per Cardillo, un mito, oggetto di
desiderio e d'amore. Ne ha curato con altri le poesie, prefato, annotato,
presentato e lo considera, giustamente, un modello, una stella su cui
orientarsi. Trovi in questa poesia di apertura di Elio Cardillo versi di
una bellezza struggente, con echi pasoliniani da "le ceneri di
Gramsci": Cicciu, / varba 'nfuta, manza e sarbaggia /
com'aranci amari, / varba scamminata milli voti / comu a circari 'nta 'nu
casciabbancu / fazzuletta raccamati ccu la sita // veni 'cco
sira / ca nun m'assùmmuru / veni
'cco sira a dirimi ddi canzuneddi ccà tò vuci.
- Potresti fermarti li', pago, soddisfatto,
rigustare quei versi forti e tenerissimi, addentrarti e perderti nella
loro arcana suggestione. La poesia, si sa, e' bene raro; l'afflato divino
soffia per momenti brevi e fuggevoli. Ma vai avanti, attratto da una forza
che non sai spiegarti, tanto la spinta iniziale e' suggestiva. Trovi nelle
prime pagine un'altra gemma di rara purezza: "a mio padre": Poi
/ venne sera / e il mio vecchio / sudato e felice / s'appronto' a morire /
coronato di zagara / ..... Torna il motivo del tramonto, del buio, della
sera, risorge la mesta melodia della fine, del dissolversi delle persone
care, sostanza del nostro esistere e consustanziali alla nostra vita.
Siamo ancora ad apertura di libro e gia' presi dal suo fascino, dalla
parola che vince e che conquista. Si va avanti fino alla fine, gustando,
delibando, soffermandosi su una squisitezza verbale che non consente
distrazioni, superficialita', che richiede una lettura tesa ed impegnata,
attenta alle infinite sfumature e raffinatezza. Cardillo e' un poeta vero,
sapiente, diciamolo pure, difficile, ma il suo e' un canto che premia,
libera, consola. Oggi i libri di poesia o di versi invadono il mercato in
quantita' strabocchevole e per lo piu' passano inosservati gratificando
solo la fatua vanita' degli autori. Capita molto di raro la fortuna di
incontrarne qualcuno che valga la pena di aprire fino alla fine, che dia
gioia e ricchezza interiore. Debbo essere grato a Elio Cardillo di questo
piccolo grande dono, di una scoperta tanto piu' felice quanto inattesa.
Chi, come me, ha amato la grande poesia, se ne e' fatto nutrimento di
vita, se ne e' esaltato, considera questo un incontro fortunato, un raggio
di luce in un mondo buio e angosciante. Pasqualino Sangiorgio
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- Le Opere
- Zagara e no (poesie) - Greco Catania 1992
- Il nulla d'altri (poesie) - Greco Catania
1996
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- A levante mi volgo - Greco Catania 2008 - €
10,00
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- dalla prefazione del libro di Luigi Accattoli
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- Elio Cardillo è un vulcano d'uomo cresciuto on
vista dell'Etrna, generoso e sottosopra come la sua terra. Lo conobbi
burlone da giovane e lo ritrovo oggi come il piu' deciso -tra quanti
conosco- a disfare e rifare i sogni di una vita. Sempre in ricerca, anzi
sempre ansioso di ripartire coem un ragazzo le prime volte che gli
capiti di prendere il treno. (...) Nella prefazione Elio ci avverte che
intende incamminarsi "in un'alba di chiara e lucida riflessione". Con
l'ultimo verso afferma che infine la sua giornata doveva ripartire, com
e' suo moto d'anima da sempre: "meritavo un'aurora nel mio vespro". Chi
avra' letto fino a quell'ultima confessione io sono sicuro che
rileggera' da capo, com'e' avvenuto a me.
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